Teatro

Teatro Stabile di Catania, sospesa ogni attività a tempo indeterminato

Teatro Stabile di Catania, sospesa ogni attività a tempo indeterminato

Continua l'occupazione dei dipendenti dopo la recente approvazione del Bilancio preventivo 2016.

Lapidario quanto drammatico, il comunicato online che annuncia il blocco a tempo indeterminato del Teatro Stabile di Catania per lo sciopero dei dipendenti, privi di stipendio da oltre cinque mesi (avallato dalle principali sigle sindacali), non stupisce chi abbia seguito la lunga parabola discendente attraversata nell’ultimo decennio dal glorioso ente teatrale catanese.

Fondato nel 1958, dopo essere assurto a fiore all’occhiello della città di Catania ed aver mantenuto tale posizione di riguardo per mezzo secolo, lo Stabile, intorno al 2006, inizia a patire gli effetti di una crisi generalizzata, economica e sociale, abbattutasi con particolare rigore sull’intera cultura italiana.

Manca soprattutto, a Catania, una reale volontà di cambiamento e quella tensione positiva verso il nuovo che i tempi, ormai mutati, ed un pubblico reso esausto da mille difficoltà, richiederebbero: con un cartellone non sempre all’altezza della tradizione, in assenza di strategie promozionali volte a catturare nuovo pubblico e ad incentivare quello più fedele, lo Stabile, anno dopo anno, registra il progressivo abbandono dei suoi abbonati storici, con un conseguente crollo di introiti, che si riflette di rimando, in modo negativo, anche sulla programmazione artistica.

Il Teatro Stabile di Catania entra così in una spirale perversa da cui nessuno, sinora, sembra aver avuto la forza o il coraggio di salvarlo: ai segnali inquietanti -bilanci in rosso di parecchi milioni di euro, cancellazione di spettacoli, stagioni teatrali avviate sempre più tardi, e perfino il recente pignoramento delle poltrone della prestigiosa sala Verga!- si susseguono continue iniziative, del tutto estemporanee, volte a garantire ancora un po’ di linfa vitale all’Ente, e frenetici avvicendamenti ai vertici e all’interno del CdA: ultima in ordine di tempo, all’inizio del 2016, la nomina a presidente di Salvatore La Rosa, dopo le dimissioni del giornalista Nino Milazzo, e quella, in qualità di direttore artistico, di Giovanni Anfuso, in sostituzione del dimissionario Giuseppe Dipasquale.

Risale infatti proprio ai primi mesi del corrente anno solare, la presa di coscienza della gravissima situazione finanziaria in cui versa lo Stabile (un disavanzo plurimilionario), venutasi a determinare a seguito di una gestione poco oculata, fondata sulle previsioni di cassa piuttosto che sui bilanci annuali effettivi. Anche le ultime rassicurazioni profferte alla cittadinanza dal Sindaco di Catania Bianco e dalle altre autorità locali in conferenza stampa si infrangono, il 26 aprile scorso, con l’annullamento della riunione necessaria per reperire i fondi regionali e statali destinati agli enti teatrali in crisi, a causa dell’assenza dei rappresentanti della Regione Sicilia, socia all’80%, della Provincia regionale e dell’Ente teatri di Sicilia.

Una prima nota positiva in questa vicenda è la notizia dell’approvazione del Bilancio preventivo 2016, provvedimento che dovrebbe finalmente sbloccare il pagamento degli stipendi; ma la protesta dei dipendenti e l’occupazione del Teatro Verga -visti i trascorsi- proseguono ad oltranza, in attesa di atti concreti. Nella difficoltà di prospettare soluzioni immediate per il risanamento della prestigiosa struttura teatrale, vista anche la complessità delle scelte da compiere, resta ancora negli affezionati spettatori del Teatro Stabile di Catania la speranza di una assunzione di responsabilità nei confronti di un Ente che ha fatto la storia della cultura con contributi di livello spesso internazionale.